Le ricette del Salento: Le Pittule

pittule

 credits: Cristiana- Beuf à la mode

di Cristiana- Beuf à la mode

 

Acqua, farina, latte, lievito, uova e burro…cosa c’è di più semplice?

Ricetta da mamma….ricetta da famiglia….ricetta economica…

Semplici, semplici eppure le pittule son ricetta da festa. Servite il 7 dicembre per l’Immacolata , l’11 novembre per San Martino , il 25 dicembre, il 31, il 7 gennaio…insomma quando c’è aria di festeggiare in salento (e in tutta la Puglia) le pittule vanno alla grande!!

Diminutivo di pitta o focaccia può avere anche un altro significato: il pezzetto di stoffa della camicia che sporge dai pantaloni ( “lu piccinnu cu lla pèttula n culo”) che va a richiamare il gesto in cui venivano e vengono create le pittole Bacinella con acqua da un lato, impasto dall’altro: si bagna la mano, si prende l’impasto e si fa fuoriuscire la pittula tra pollice e indice chiudendo il pugno della mano sinistra…Il bello della pittula sta nel suo essere diversa l’una dall’altra, lasciando libero sfogo all’immaginazione: sarà un drago? Un leone o un topolino?

La tradizione tarantina vuole che la pettula (siamo a Taranto) sia nata da un errore (come spesso accade): una mamma, nel giorno di Santa Cecilia, aveva iniziato a preparare il pane, ma affascinata dalla musica dei zampognari che passavano per strada aveva abbondonato l’impasto per seguire il suono delle note…Al ritorno, trovando la pasta troppo “cresciuta”, decise di friggerla in piccoli pezzi per i suoi bambini…Ancora oggi a Taranto, tradizione vuole che, il 22 novembre, ci si svegli all’alba per preparare le pettule per colazione

Le pittule possono esser servite semplici…senza nulla o arricchite di quello che vi passa per la testa: olive, acciughe, peperoncino, verdure grattugiate o semplicemente spolverizzate di zucchero con scorza d’arancio o di limone o inzuppate nel miele…

Le Pittule

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credits: Cristiana- Beuf à la mode

 

600 g farina 00

1 uovo

1 pizzico di sale

1 cucchiaio e mezzo di zucchero

½ panetto di lievito di birra

½ cucchiaino di bicarbonato

olio d’oliva per friggere

 

Setacciare la farina, aggiungervi l’uovo, lo zucchero e il lievito sbriciolato. Iniziare ad impastare aggiungendo 500 ml di acqua tiepida. Spolverare di farina la superficie e far lievitare per circa 2 ore.

Scaldare l’olio in un tegame ampio.

Aggiungere ½ cucchiaio di bicarbonato e farlo amalgamare.

Prelevare l’impasto con un cucchiaio bagnato d’acqua e e con l’aiuto di un altro cucchiaio gettarlo nell’olio bollente.

 

Ne ho provato una versione con il basilico tritato e un’altra dolce con lo zucchero e la scorza d’arancia grattugiata.

Visto che le ho mangiate a colazione, pranzo e merenda ho notato che quelle fritte nel pomeriggio erano più soffici e leggere…aumenterei il tempo di lievitazione.

 

Crstiana- Beuf à la mode

 

Ersetti, D., Le Pittule

 

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C
Andate a cagare noi simu solo pugliesi doc
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R
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L
Ciao, Cristiana. Il nome "pittule" è quello che usiamo noi della provincia di Lecce ma la ricetta che tu hai fornito non corrisponde. Dal momento che con lo stesso impasto si preparano sia le pittule dolci sia quelle salate lo zucchero non ci va assolutamente, come non ho mai sentito che ci vada il bicarbonato o l'uovo. Le pittule si fanno semplicemente con farina, acqua, lievito di birra e sale. Si possono consumare spolverizzate di zucchero o passate nel miele o nel cotto se si preferiscono in versione dolce oppure farcite con baccalà, seppia, cavolfiore bollito o con un trito di pomodoro, prezzemolo, cipolla e olive nere (alla pizzaiola). Se vuoi puoi passare da me e dare un'occhiata al post sulle pittule che ho pubblicato tempo fa (nella sezione: CUCINA SALENTINA).
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S
Cari salentini, pensavo fossimo solo noi bolognesi DOC a essere così pignoli sulle ricette tradizionali. Noi siamo così pignoli che abbiamo depositato parecchie ricette con atto notarile in Camera di Commercio (tortellini, lasagne, ragù, etc) - Se non l'avete fatto non potete arrogarvi il diritto della ricetta pura. Ogni ricetta diventa tradizionale...
M
Da noi (Sicilia Occidentale) la pasta di pane fritta si chiama Pizzicotti.<br /> E' evidente che la tradizione della pasta di pane fritta è presente in tutta Italia.<br /> Mia mamma però l'ha sempre fritta così com'era, senza condirla: mi piace questa versione salentina! :-p
L
Certo, Cristiana! Sbagliando si impara. Proprio ieri io stessa ho imparato, grazie ad un'amica piemontese che mi ha fatto notare i miei errori senza pietà :-), che nel brasato non va messo il pomodoro e che per la cottura non si utilizza il vino della marinatura bensì vino nuovo. La prossima volta farò tesoro di questi consigli e preparerò il brasato perfetto! :-) Credo che lo spirito giusto sia proprio quello che sia io sia tu abbiamo dimostrato: disponibilità ad accogliere critiche e suggerimenti da chi ne sa di più per migliorare sempre (come cuoche ma anche come persone). Ricambio l'abbraccio! :-)
C
Eccomi. Da romana di Roma con sangue meticcio (1/4 siculo, 1/4 umbro, 1/4 marchigiano e 1/4 piemontese) invidio profondamente l'attaccamento per la ricetta: non difenderei mai così tanto una trippa alla romana!!<br /> Non essendo una conterranea ho dovuto rivolgermi ad internet per la preparazione e credevo di aver utilizzato una buna fonte (http://www.salento.it/ricette/pittule e lo stesso video che si trova anche su you tube caricato da Salogentis Salento)...mi dispiace aver travisato, ma tutto questo credo sai molto utile per codificare una ricetta una volta per tutte! Un abbraccio cri
M
Bene!
R
Ricordano molto da vicino i bighelloni maremmani, solo che quelli non hanno l'uovo nell'impasto e si mangiano esclusivamente in versione salata, come accompagnamento a salumi e formaggi.... come diceva la mia toscanissima bisnonna Venusta: &quot; Fritta l'e' bona anche una ciabatta!!&quot; ...pero' qui, si sarebbe addieta, se 'un v'incomoda!!...
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A
non avrai mai assaggiato i bighelloni... però ti sei rifatta coi cuculli, dai!!! noi ci mettiamo la salvia e il lattughino, ma siam lì :-)
G
l'unica cosa è che a casa mia esiste da sempre la tradizione di friggere la pasta della pizza/pane, io ho sempre pensato che si trattasse di un'abitudine importata dalla Campania ma non vorrei che, invece.....
G
......Epperò io i bighelloni maremmani non l'ho mai mangiati :-/ Uffa e a dirla tutta....non sapevo manco che esistessero. E non sarà che qui incide anche il fatto che la mia nonna si è sposata troppo giovane e ha lasciato la Maremma per seguire il marito?
F
e ci credo che sono uno tira l'altra!!!
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